Palermo (martedì, 22 aprile 2025) – Si chiama Walter Xausa e si è trasferito a Desenzano che aveva appena 9 anni. Tifoso del Palermo, è l’artista che contribuirà al restyling del lungolago del comune bresciano con la sua opera. E intanto progetta per la Kalsa l’omaggio all’attaccante recentemente scomparso. “Nati lo stesso giorno, quest’opera è il simbolo di un uomo e un atleta che ha saputo superare ogni barriera, legato indissolubilmente alla sua città”.
di Marika Ballarò
La scultura più alta del lago di Garda? Porta la firma di un artista palermitano. E’ di Walter Xausa, 43 anni, l’opera d’arte chiamata “Inside two sails”, ovvero “dentro due vele”, che abbellirà il nuovo lungolago di Desenzano, piccolo comune nella provincia di Brescia dove vive con la sua famiglia. Il progetto monumentale, pensato nel 2006, sarà completato in queste settimane e inaugurato il 16 maggio. E potrebbe non essere l’unico: lo scultore è stato infatti assoldato per realizzare un omaggio al grande Totò Schillaci da installare alla Kalsa, di fronte al mare, dove ricreare una sorta di campo da calcio in miniatura con la sua sagoma che esulta al gol di Italia ’90 scolpita su una sfera.
Qualche mese fa una associazione palermitana lo ha contattato per realizzare un’opera in omaggio a Totò Schillaci, da installare alla Kalsa. Nasce così chiama “Totò in Sfera”, la scultura che prende ispirazione dalla vita del calciatore che raccontava di essere nato in via della Sfera 19, al Capo (anche se poi fu il Cep ad adottarlo). “Questa coincidenza lo lega simbolicamente al pallone – spiega Xausa -, la sfera che gli ha cambiato la vita. Ho voluto catturare questa magia scolpendo Totò al centro di una sfera: è nella sua iconica posa, con le braccia alzate dopo il mitico gol delle notti magiche. E’ questo il cuore dell’opera”.
La sfera è divisa in due lastre che creano un gioco di illusione e dinamismo che richiama lo stesso dualismo che ha contraddistinto la vita di Schillaci. “Pur non avendo mai indossato la maglia del Palermo, il legame con i palermitani è rimasto forte e la sua fortuna lontano dalla città non ha mai spezzato l’amore della sua gente – dice ancora -. Io, dal mio canto, non mi sono sottratto a questa sfida: nel gioco delle coincidenze sono nato anche io il primo 1° dicembre, esattamente come colui che è stato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Ho seguito da lontano la sua dipartita e ho sofferto per tutto quello che ha rappresentato per me”.
Il luogo scelto per l’installazione (alta un metro e 50, ma sottilissima, essendo la lastra spessa appena un centimetro) è la zona della Kalsa di fronte al mare. “Un quartiere storico – puntualizza l’artista – ricco di significato culturale e simbolico. Nel mio concept, la scultura andrebbe a sorgere su un manto erboso, come se fosse un campo di calcio. Questo permette di mettere in risalto l’opera, offrendo uno scenario che ne esalta la posa e l’impatto visivo: a tutti gli effetti la scultura dialoga armoniosamente con l’ambiente, diventando un punto focale capace di interagire con il paesaggio circostante”.
La scultura va osservata frontalmente e lateralmente. “Chi la osserva lateralmente può apprezzare il distacco tra le due metà, una scelta che non è solo estetica, ma anche concettuale. Questo spazio vuoto rappresenta la libertà e il dinamismo, elementi che rispecchiano la figura di Schillaci: un uomo e un atleta che ha saputo superare ogni barriera, trasformando le distanze in opportunità. Chi invece guarda l’opera frontalmente, nota che le due lastre pur essendo separate si fondono visivamente in una sfera perfetta. Questa fusione simboleggia il legame indissolubile tra Totò e la sua città. Nonostante la separazione fisica e calcistica, la sfera unita diventa un simbolo di coesione e appartenenza, rappresentando non solo il calciatore, ma anche l’amore e l’orgoglio di una città che lo ha sempre tenuto a sé”.
Intanto in Lombardia arriva un omaggio alla sua terra, che ha lasciato che era appena un bambino. “Quando ho immaginato quest’opera – racconta Xausa a PalermoToday – ho pensato sia allo sport più diffuso nel lago più grande d’Italia, sia alla mia Mondello, che da sempre si è distinta per avere ospitato i club di vela più importanti di tutto il Paese. Manco da Palermo da troppo tempo: sono andato via a 9 anni, ma è rimasta impressa nel mio cuore e ogni giorno la ricordo con nostalgia”. Nato in via Oreto, è figlio di un emigrato trentino che si è ritrovato per caso nel capoluogo siciliano per svolgere il servizio militare all’aeroporto Boccadifalco e di una palermitana. “Tifo per il Palermo, mi mancano stigghiole e panino con la meusa. Ma quando posso torno” svela col suo accento ormai nordico.
La scultura monumentale-minimalista, dove due lastre di ferro nere viste lateralmente rappresentano due barche a vela in regata (l’osservatore, spostandosi centralmente, ha la possibilità di notare una sagoma all’interno delle lastre di ferro che raffigura il lago), era stata bocciata dalla vecchia amministrazione locale, alla quale l’artista aveva presentato il progetto sperando in una possibile realizzazione pubblica. Due anni fa invece un clamoroso ripescaggio e il benestare del Comune di Desenzano, della Provincia di Brescia, della Regione Lombardia e infine della Sovrintendenza: così l’architetto Visconti l’ha inserita nel nuovo progetto di restyling del lungolago. “I sogni son sogni. Dopo il no, ora è pronta per essere realizzata” dice con fierezza Xausa.
La passione per l’arte di Walter Xausa è iniziata alla fine delle scuole medie. “Mio padre mi regalò alcuni suoi vecchi colori, una tavolozza e un cavalletto – ricorda – dicendomi che avrei dovuto iniziare o a lavorare o a creare qualcosa. Fu così che iniziai a creare qualcosa. Le mie prime opere suscitarono sin da subito un forte interesse tra il pubblico, motivo per cui mi convinsi subito che nella vita avrei potuto fare davvero l’artista. Ho capito che far arte poteva davvero diventare la mia professione”.
Inizia così la lunga gavetta. Si iscrive con la famiglia agli “artisti bresciani”, fa il liceo artistico. Si diploma come maestro d’arte e subito dopo si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Verona, dove ad appena 18 anni inizia a respirare da vicino quello che sarebbe stato il suo futuro: fortunato l’incontro con una collezionista d’arte che lo ha introdotto in quel mondo. Dopo sono arrivate la laurea in Pittura, la specialistica in Scultura e tante altre avventure. Come quella nel mondo della moda, con la creazione di una linea di borse pensate per Patty Pravo.
Last modified: Aprile 22, 2025