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Roberto Parisi: il ricordo a 40 anni dall’omicidio

Palermo (domenica, 23 febbraio 2025) — Il 23 febbraio 1985, a Palermo, la mafia assassinava Roberto Parisi, presidente del Calcio Palermo e imprenditore alla guida della Icem, azienda responsabile dell’illuminazione pubblica cittadina. Nato a Torino nel 1931, ma di origini palermitane, Parisi venne ucciso in un agguato mafioso insieme al suo autista, Giuseppe Mangano, in via Calcante, nella zona di Partanna.

Di Mirko Aglianò

L’omicidio scosse profondamente la città. Parisi, uomo di successo con cinque aziende e cinquecento dipendenti, era noto per la sua generosità e il forte legame con Palermo. Nel 1982, Papa Giovanni Paolo II lo insignì del titolo di Cavaliere dell’Ordine di Malta, mentre il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo nominò Cavaliere del Lavoro.

L’agguato si consumò in pieno giorno: due auto affiancarono la sua vettura, crivellandola di colpi fino a farla schiantare contro un albero. Un’esecuzione esemplare, un monito contro chi osava opporsi al racket. Dieci anni dopo, nel 1995, il collaboratore di giustizia Emanuele Di Filippo si autoaccusò del delitto, ricevendo una condanna a quindici anni. Nel 2004, la Corte d’Assise d’Appello di Palermo confermò l’ergastolo per Giuseppe Lucchese.

A distanza di quarant’anni, il ricordo di Parisi vive negli occhi della figlia Enrica, nata solo un anno e mezzo prima della sua morte. “L’assenza di mio padre pesa ogni giorno, ma il legame con lui non si è mai spezzato”, racconta. Un aneddoto emblematico della sua umanità riguarda un giovane lavoratore che, negli anni, Parisi accompagnava spesso a casa sulla sua auto, segno della sua attenzione verso il prossimo.

La sua presidenza del Calcio Palermo, iniziata nel 1982, fu segnata dalla retrocessione in Serie C nel 1984, ma anche dalla successiva promozione in B sotto la guida di Tom Rosati, che sarebbe scomparso poco dopo per malattia. Nel 1984, Parisi scrisse un libro sulla storia del club, evidenziando la sua visione: “Un Palermo da Serie A ha senso solo in una città di Serie A”. Il suo sogno era una squadra che rappresentasse il riscatto di Palermo.

Oggi, la sua figura rimane il simbolo di chi ha sfidato la mafia pagando con la vita, lasciando un’eredità di impegno, integrità e amore per la propria città.

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Tag: , Last modified: Febbraio 23, 2025
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