Palermo (27 novembre 2024) – Circa duecento persone si sono radunate davanti a Palazzo d’Orléans, sede della Presidenza della Regione Sicilia, per manifestare contro la costruzione dei due inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti annunciati dal governo regionale. L’iniziativa è stata organizzata dalla Rete Sicilia Pulita e ha visto la partecipazione di oltre trenta sigle tra associazioni ambientaliste, sindacati, partiti politici e amministrazioni locali.
Di Mirko Aglianò
Le ragioni della protesta: secondo i manifestanti, gli inceneritori rappresentano un ritorno al passato e non una soluzione per il problema dei rifiuti in Sicilia. Antonella Leto, portavoce di Rete Sicilia Pulita, ha spiegato: «Gli inceneritori aggravano il problema perché ostacolano il passaggio verso un’economia circolare e la decarbonizzazione. Dobbiamo puntare su un futuro sostenibile, non su modelli superati». Dello stesso avviso Angela Biondi, della Cgil Sicilia, che ha sottolineato l’importanza di investire nella filiera del riutilizzo dei rifiuti, creando nuove opportunità lavorative. Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, ha invece puntato il dito contro la carenza di strutture per la raccolta differenziata e il riuso, proponendo di realizzare centri comunali di raccolta e applicare una tariffa puntuale per premiare i cittadini più virtuosi.
I rappresentanti politici presenti, tra cui Anthony Barbagallo (Pd) e Nuccio Di Paola (M5s), hanno attaccato duramente il piano del governo di Renato Schifani, definendolo inefficace e costoso. Barbagallo ha ricordato: «Il governo regionale propone gli inceneritori da più di vent’anni senza mai realizzarli, mentre strizza l’occhio ai padroni delle discariche. Intanto, la Tari aumenta e i rifiuti vengono spediti all’estero». Anche Di Paola ha criticato l’investimento di 800 milioni di euro sui termovalorizzatori, considerandolo uno spreco di fondi pubblici: «Con questi soldi si potrebbero realizzare impianti per il trattamento biologico e il compostaggio, utili e immediatamente disponibili. Gli inceneritori, se mai verranno costruiti, richiederanno almeno sei o sette anni».
Alcune associazioni ambientaliste hanno già presentato un ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per contestare i poteri del presidente Schifani in qualità di commissario straordinario per la gestione dei rifiuti. Un ulteriore ricorso è previsto al Tar di Palermo contro il piano regionale dei rifiuti. I manifestanti hanno ribadito la necessità di avviare una vera transizione ecologica, puntando su un modello di economia circolare che privilegi la riduzione, il riuso e il riciclo. La protesta davanti a Palazzo d’Orléans si pone come un appello alla Regione Sicilia per cambiare rotta e investire in soluzioni innovative e sostenibili.
Tag: Cronaca, Palermo, politica Last modified: Novembre 27, 2024