Palermo (28 novembre 2024) – Nonostante il provvedimento del Tribunale che autorizza la detenzione domiciliare, l’ex consigliere comunale Mimmo Russo, 69 anni, rimane in carcere a Pagliarelli. La ragione? La mancanza di braccialetti elettronici, strumenti indispensabili per monitorare il rispetto della misura cautelare.
Di Mirko Aglianò
Il Tribunale aveva concesso a Russo gli arresti domiciliari il 14 novembre, a condizione che fosse applicato un dispositivo elettronico di controllo. Tuttavia, la società incaricata del servizio ha comunicato che i braccialetti non saranno disponibili prima del 17 dicembre, costringendo l’ex politico a restare in carcere per quasi un mese in più. Gli avvocati difensori, Raffaele Bonsignore e Antonio Gargano, hanno presentato un’istanza per chiedere che la misura domiciliare venga applicata anche senza il braccialetto, almeno fino alla sua disponibilità. I legali hanno sottolineato che Russo non ha precedenti per evasione e che il divieto di contatti con persone esterne alla cerchia familiare potrebbe essere sufficiente a garantire la sicurezza.
Il caso evidenzia ancora una volta il problema della carenza di braccialetti elettronici, un tema che continua a creare disagi nel sistema giudiziario italiano. La situazione colpisce tanto i detenuti quanto il sistema carcerario, già sotto pressione per il sovraffollamento. Mimmo Russo, ex consigliere comunale, si trova in carcere nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria che ha acceso i riflettori sulle attività politiche locali. La misura meno afflittiva rappresentava una concessione da parte del Tribunale, bilanciando esigenze di sicurezza e diritti dell’imputato, ora sospesa a causa di un problema logistico.
La vicenda solleva interrogativi sull’efficienza del sistema di gestione delle misure alternative alla detenzione e sui diritti degli imputati che, pur avendo ottenuto provvedimenti favorevoli, rimangono in carcere per ragioni non imputabili al sistema giudiziario.
Tag: Palermo, politica Last modified: Novembre 28, 2024