Palermo (24 novembre 2024) – A Misilmeri, in provincia di Palermo, una badante è stata condannata per autoriciclaggio dopo essersi appropriata del patrimonio milionario di un imprenditore italo-americano e cercando di trasferire i fondi all’estero. La Guardia di Finanza ha confiscato beni per un valore di 2,15 milioni di euro a suo nome.
Di Mirko Aglianò
L’imprenditore, originario della Sicilia e proprietario di una catena di lavanderie negli USA, era tornato in Italia negli ultimi anni di vita con il figlio disabile. Prima di morire nel 2014, aveva lasciato alla badante 31 proprietà tra terreni e appartamenti, alcune delle quali gravate da usufrutto a favore del figlio. Al figlio erano inoltre destinati oltre 2 milioni di euro in polizze assicurative.
La badante aveva il compito di prendersi cura del figlio per tutta la vita, ma le indagini hanno rivelato che avrebbe manipolato il giovane, approfittando della sua vulnerabilità, per appropriarsi dei beni.
Un perito giudiziario aveva evidenziato che il figlio non era in grado di comprendere pienamente il valore del patrimonio ereditato. La donna, consapevole delle sue condizioni, avrebbe instaurato un legame di dipendenza per far sembrare le donazioni volontarie. Le polizze assicurative sono state trasferite sui suoi conti correnti, e una società in Ungheria è stata creata per occultare i fondi, con ulteriori trasferimenti verso Paesi extra-UE per eludere i controlli.
La badante è stata condannata per autoriciclaggio. Tuttavia, l’accusa di circonvenzione di incapace è caduta in prescrizione.
Il patrimonio confiscato include denaro e beni immobili per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro.
La vicenda sottolinea l’importanza della tutela dei soggetti vulnerabili e il ruolo delle istituzioni nel contrastare abusi e frodi patrimoniali.