Palermo 18 dicembre 2024 – Proseguono le indagini sulla rete di connivenze che avrebbe permesso al boss Matteo Messina Denaro di mantenere la latitanza per decenni, anche grazie a supporti ricevuti in ambito sanitario.
Di Mirko Aglianò
I dettagli delle operazioni – Questa mattina, gli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Palermo, guidati dal procuratore Maurizio de Lucia, hanno effettuato perquisizioni negli ospedali Villa Sofia e Civico di Palermo. L’obiettivo è quello di individuare eventuali prove che possano confermare il coinvolgimento di personale sanitario o amministrativo nella rete di protezione del capomafia.
L’inchiesta si concentra su una vasta rete di complicità, che avrebbe garantito a Messina Denaro accesso a cure e servizi nonostante fosse ricercato. Queste connivenze, secondo gli investigatori, non si limiterebbero agli ambienti criminali tradizionali ma potrebbero includere anche figure professionali insospettabili, come medici e operatori sanitari.
L’operazione si inserisce in un quadro investigativo più ampio, volto a smantellare non solo le protezioni dirette del boss, ma anche quei circuiti istituzionali che ne avrebbero agevolato la latitanza, dimostrando come la mafia possa infiltrarsi anche nei settori più sensibili della società. Le perquisizioni di oggi rappresentano un ulteriore passo nella ricerca della verità su uno dei periodi più lunghi e complessi della storia della lotta alla mafia.
Tag: Cronaca, Palermo Last modified: Dicembre 18, 2024