PALERMO 9 gennaio 2025 – Non si può più aspettare. È stato convocato per domattina il vertice di maggioranza della Regione Siciliana, con i principali partiti del centrodestra che si riuniranno presso la seconda sede della Presidenza della Regione, in via Magliocco. Il confronto sarà incentrato su due questioni chiave: il ritorno alle elezioni a suffragio universale per le ex province e le nomine di sottogoverno pendenti.
Di Mirko Aglianò
Il governatore Renato Schifani ha ribadito recentemente l’importanza di ripristinare l’elezione diretta degli organi intermedi per garantire una migliore amministrazione delle aree interne. Una riforma già tentata senza successo nel 2023 e poi nuovamente discussa nel 2024, quando si è deciso di stoppare le elezioni di secondo livello per avviare un percorso di riforma verso il suffragio universale. Tuttavia, la linea di Fratelli d’Italia (FdI) rappresenta un ostacolo. Da Roma è arrivato un messaggio chiaro dall’entourage della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: le elezioni provinciali devono slittare al 2026, una strategia che privilegia le regioni del centro-nord a discapito della Sicilia. Questo diktat sorprende molti, poiché elezioni di secondo livello penalizzano partiti come FdI e il Movimento 5 Stelle, che in Sicilia faticano a stringere alleanze.
Il “no” di FdI ha sollevato malumori all’interno della coalizione. Gli alleati, compresi gli autonomisti guidati da Raffaele Lombardo, ritengono fondamentale ripristinare la rappresentanza territoriale attraverso elezioni dirette. Lombardo, in particolare, considera questa una linea rossa, specie dopo aver perso influenza nel settore della sanità. Un ulteriore rinvio delle elezioni potrebbe aprire scenari imprevedibili: Lombardo potrebbe sentirsi libero dagli impegni con la maggioranza e valutare accordi con il centrosinistra in province come Siracusa e Caltanissetta. Un’eventualità che rischierebbe di frammentare la coalizione.
A complicare la situazione, si aggiunge il nodo delle nomine nel sottogoverno, un tema particolarmente caro a Noi Moderati, che rivendicano spazio sulla base degli accordi nazionali e della loro rappresentanza in Assemblea Regionale Siciliana. Anche altri centristi, frustrati da una gestione considerata poco inclusiva, sono pronti a presentare le proprie richieste. Il vertice di domani rappresenta una prova del nove per la tenuta del centrodestra siciliano. Schifani dovrà bilanciare interessi contrastanti per evitare una frattura interna che potrebbe mettere a rischio l’intera coalizione.
Tag: Palermo, politica Last modified: Gennaio 9, 2025