Palermo (martedì, 22 aprile 2025) – Papa Bergoglio è morto alle 7.35, nel giorno del Lunedì dell’Angelo, a Casa Marta a Roma, dove si trovava dopo il ricovero al Gemelli. Il ricordo della visita a Palermo.
di Marika Ballarò
«Non servono uomini d’onore ma d’amore, mafiosi convertitevi». Resterà per sempre questa la frase che i palermitani ricorderanno di Papa Francesco, morto questa mattina, lunedì 21 aprile, per la Chiesa cristiana il giorno del Lunedì dell’Angelo. A dare la notizia il cardinale Farrell: «Alle 7.35 il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre», ha annunciato.
Il Pontefice si trovava a Roma, a Casa Santa Marta, dove era stato trasferito dopo il lungo ricovero al policlinico Gemelli, a causa di una polmonite bilaterale, a cui era seguito un peggioramento generale delle condizioni cliniche, tra cui una severa insufficienza renale.
«La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa – ha ricordato Farrell -. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati.
Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù- ha concluso -, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino».
Un pontefice che i palermitani hanno potuto ascoltare e vedere da vicino, nella visita in città del 15 settembre 2018, data scelta in memoria del Beato Padre Puglisi ucciso dalla mafia il 15 settembre di 25 anni prima. In quell’occasione, in un Foro Italico gremito di fedeli, Bergoglio aveva ribadito con forza la scomunica dei mafiosi dalla Chiesa, pronunciando quelle parole passate poi alla storia:
«Abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini di onore; di servizio, non di sopraffazione; di camminare insieme, non di rincorrere il potere. Ai mafiosi dico: cambiate, fratelli e sorelle! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, il sudario non ha le tasche: convertitevi! Se non fate questo, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte».
Una visita che ha lasciato il segno nel cuore di tanti fedeli e non solo. In perfetto stile Papa Francesco, nel segno della semplicità, della carità, tra gli ultimi. Come dimenticare il pranzo consumato non in un ristorante d’alto rango ma alla mensa della “Missione, speranza e carità” insieme con Biagio Conte e tra i poveri da lui accolti.
Poi la tappa nel quartiere Brancaccio, tra la gente di Padre Pino Puglisi e nella sua chiesa, la parrocchia di San Gaetano. E “Papa Ciccio”, come è chiamato affettuosamente dai palermitani è ricordato così: sorridente tra la gente, gli ultimi e i più bisognosi.
Papa Francesco I, nato Jorge Mario Bergoglio a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, è stato il 266° pontefice della Chiesa cattolica e vescovo di Roma (dal 13 marzo 2013), 8º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d’Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice.
Di cittadinanza argentina, è stato il primo papa proveniente dal continente americano. Apparteneva all’ordine religioso dei Gesuiti, il primo pontefice proveniente da tale ordine religioso.
Papa Bergoglio veniva dal popolo e ha sempre vantato le sue origini umili (oltre che italiane). Nato nel “barrio” di Flores a Buenos Aires da una famiglia di origini piemontesi e liguri, è il primogenito dei cinque figli di Mario Bergoglio, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires, e di Regina Maria Sivori, casalinga.
All’età di ventun anni, a causa di una grave forma di polmonite, gli venne asportata la parte superiore del polmone destro. Anche per questo i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione.
Perito chimico, per un certo periodo si mantenne facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Córdoba. In base a quanto dichiarato da lui stesso, ebbe anche una fidanzata prima di intraprendere la vita ecclesiastica.
Nel marzo 1958, entrato in seminario, iniziò il suo noviziato nella Compagnia di Gesù e ricevette l’ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969.
Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a padre superiore provinciale dell’Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979), divenne rettore della Facoltà di teologia e filosofia a San Miguel.
Il 20 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires, titolare di Auca. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 27 giugno 1992. Dal 2005 al 2011 è stato a capo della Conferenza Episcopale Argentina.
Durante il suo impegno come vescovo, ha scelto uno stile di grande semplicità, spostandosi con i mezzi pubblici e rinunciando a vivere nella sede dell’episcopato, a favore di un comune appartamento dove si cucinava da solo i pasti.
Dodici anni fa, il 13 marzo 2013, inizia il suo pontificato. Già dalla prima frase, quel suo saluto “Buonasera”, così semplice e umile, diceva già tutto su quello che sarebbe stato il suo mandato. “Rivoluzione della tenerezza e della semplicità”: è così che oggi viene ricordato il suo operato.
Una Chiesa aperta a tutti, fatta di cose semplici e di una comunicazione altrettanto semplice ma chiara e diretta.
Last modified: Aprile 22, 2025