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Strage di via D’Amelio, interviene De Donno: “Nell’ufficio di Borsellino carte su mafia e appalti”

Palermo ( mercoledì, 16 aprile 2025) – Le parole del colonnello dell’Arma dei carabinieri in congedo, ascoltato in audizione davanti alla Commissione parlamentare Antimafia nell’ambito del filone di inchiesta sulla tragedia del 19 luglio 1992.

di Marika Ballarò

“Dal verbale di sequestro dei materiali acquisiti nell’ufficio di Borsellino dopo la sua morte risulta che la maggior parte dei documenti rinvenuti riguardavano indagini sugli appalti e personaggi che si ritrovano nella nostra annotazione del 16 febbraio ’91. In sostanza emergeva un febbrile lavoro di ricostruzione, sintesi e collegamento sulla problematica del condizionamento degli appalti pubblici”. Lo ha detto Giuseppe De Donno, colonnello dell’Arma dei carabinieri in congedo, ascoltato in audizione davanti alla Commissione parlamentare Antimafia nell’ambito del filone di inchiesta sulla strage di via D’Amelio dove ha ripercorso il lavoro svolto nell’ambito dell’indagine su ‘mafia e appalti’.

“Il 20 febbraio ’91 io consegnai a Falcone, quale procuratore aggiunto della procura di Palermo, un’annotazione a firma del colonnello Mario Mori datata 16 febbraio 1991 conosciuta poi come ‘mafia e appalti’ composta da 877 pagine, 483 allegati e 44 schede relative a persone coinvolte nelle indagini, ha ripercorso De Donno ascoltato insieme al generale Mori. Il documento costituiva il compendio di tutta l’attività investigativa eseguita su questo settore fino a quel momento”.

“Poiché siamo stati più volte accusati di aver omesso nell’informativa del febbraio ’91 tutta la parte politica che era venuta fuori, parecchie persone che ancora sostengono questo dimenticano che nel quadro di queste indagini io avevo consegnato a Falcone, a Guido Lo Forte e Giuseppe Pignatone, co-assegnatari dell’indagine mafia e appalti, una serie di annotazioni preliminari” ha sottolineato De Donno aggiungendo che in due quelle “del 2 luglio e 5 agosto 1990 si delineavano i rapporti relativi a responsabilità di personalità politiche nazionali e regionali in merito alle quali richiedevamo la necessità di svolgere più approfonditi accertamenti. Ed è il motivo per cui nell’informativa del 16 febbraio non sono citate le parti politiche. Tengo a dire che, su questo aspetto specifico, che ritenevamo fosse il centro di questa indagine, noi non ricevemmo mai una delega di indagine da parte della procura della Repubblica di Palermo”.

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Last modified: Aprile 16, 2025
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