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Discoteca Mob (Villagrazia di Carini): la Guardia di Finanza scopre discrepanze nei ricavi dichiarati

PALERMO (mercoledì 5 febbraio 2025) – La discoteca Mob di Villagrazia di Carini, in provincia di Palermo, è al centro di un’indagine fiscale condotta dalla Guardia di Finanza, che ha portato alla luce gravi incongruenze tra i ricavi dichiarati e quelli effettivamente prodotti. Secondo quanto emerge dai controlli, la società avrebbe dichiarato per gli anni 2022 e 2023 un solo euro di ricavi, ma gli accertamenti bancari e gli incroci con le banche dati hanno svelato una realtà ben diversa: nel 2022 i ricavi effettivi sarebbero stati superiori a seicentocinquanta mila euro, mentre nel 2023 quasi quattrocento mila euro.

Di Mirko Aglianò

Le indagini sono state effettuate dal 2° nucleo operativo metropolitano del gruppo di Palermo, che ha svolto un’accurata verifica fiscale. Nonostante la discoteca abbia dichiarato la dubbia cifra di un solo euro di ricavi nel 2022 e non abbia presentato dichiarazioni dei redditi per il 2023, l’attività commerciale è risultata comunque molto attiva, con eventi organizzati e sponsorizzati anche tramite i social media.

L’esito della verifica fiscale è stato segnalato all’Agenzia delle Entrate di Palermo, che ora dovrà valutare il recupero dell’imposta evasa e applicare eventuali sanzioni. Il rappresentante legale della società, Fabrizio Lo Cascio, ha respinto l’idea che si tratti di una maxi-evasione fiscale, precisando che l’accertamento non è stato il frutto di un’operazione spettacolare delle forze dell’ordine, ma di un’ordinaria verifica fiscale. Lo Cascio ha inoltre chiarito che la Mob ha sempre collaborato con le autorità, fornendo tutta la documentazione richiesta.

Durante l’accertamento, sono stati riconosciuti costi significativi, che hanno ridotto il reddito tassabile. Nel 2022, ad esempio, a fronte di ricavi non dichiarati per oltre seicentocinquanta mila euro, sono stati riconosciuti costi per mezzo milione di euro, con un reddito tassabile di centocinquanta mila euro e imposte dovute per trentacinque mila euro di IRES e quasi seimila euro di IRAP. Per il 2023, i ricavi non dichiarati sono stati di trecentottanta mila euro, un reddito tassabile di poco meno di quarantamila euro, con imposte dovute di circa diecimila euro tra IRES e IRAP.

In totale, le imposte contestate per i due anni ammontano a cinquantaduemila e quattrocento euro, una cifra ben lontana da quella che potrebbe far pensare a una maxi-evasione. Tuttavia, Lo Cascio ha ribadito che la società non accetta la ricostruzione dei verificatori e intende difendersi nelle sedi opportune. Se l’Agenzia delle Entrate dovesse procedere con il recupero a tassazione, la società avrà la possibilità di contestare la ricostruzione e presentare le proprie ragioni.

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Tag: , Last modified: Febbraio 5, 2025
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