Palermo 27 gennaio 2025 – La cerimonia in memoria di Mario Francese, giornalista del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia 46 anni fa, è stata un momento di riflessione e ricordo collettivo nella città di Palermo. L’evento si è tenuto in viale Campania, dove una lapide segna il luogo dell’assassinio, con la partecipazione di numerose autorità, giornalisti, studenti e cittadini.
Di Mirko Aglianò
In prima fila, accanto al sindaco Roberto Lagalla, c’erano rappresentanti delle istituzioni come il questore Vito Calvino, il presidente dell’Anm di Palermo Giuseppe Tango, e alti funzionari delle forze dell’ordine. Accanto a loro, i rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Assostampa, tra cui il presidente regionale Roberto Gueli e il segretario regionale Giuseppe Rizzuto. Presente anche la famiglia Francese, con i figli Giulio e Massimo, che hanno condiviso il ricordo personale e professionale di un padre che aveva dedicato la sua vita a raccontare la realtà della mafia, portando alla luce dinamiche all’epoca poco conosciute.
Durante la cerimonia, è stato sottolineato come Mario Francese fosse tra i primi a investigare e raccontare la scalata dei Corleonesi all’interno di Cosa nostra, anticipando quella stagione di violenza e terrore che avrebbe segnato gli anni ’80. Le sue inchieste giornalistiche rappresentano ancora oggi un modello di professionalità e coraggio. Grande risalto è stato dato agli interventi degli studenti dell’Istituto Luigi Einaudi Wilfredo Pareto e dell’Istituto Marconi, che hanno portato la loro testimonianza e riflessioni, dimostrando come la memoria del giornalista sia un valore anche per le nuove generazioni. Salvo Palazzolo, cronista di Repubblica recentemente minacciato, ha lanciato un appello ai ragazzi a osservare, scrivere e raccontare la realtà che li circonda, invitandoli a contribuire attivamente alla lotta contro la criminalità.
Il figlio di Mario Francese, Giulio, ha ricordato come il padre rappresenti un simbolo della libertà di stampa e della resistenza civile. Ha ribadito che i giornalisti che si impegnano per la verità continuano a essere un bersaglio per la mafia, che oggi opera in maniera meno visibile ma altrettanto pericolosa. L’appello finale, condiviso da tutti i presenti, è stato quello di non abbassare la guardia e di lavorare insieme per chiudere le porte alla criminalità, costruendo una società più consapevole e partecipe.
Tag: Cronaca, Palermo Last modified: Gennaio 27, 2025