Palermo, insegnante morta dopo il vaccino anti-Covid: la Procura chiede il rinvio a giudizio per il medico

Palermo (29 novembre 2024) – La vicenda della morte di Cinzia Pennino, insegnante 46enne del Don Bosco di Palermo, prosegue con un nuovo capitolo giudiziario. La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo nei confronti del medico Vincenzo Fazio, oggi in pensione, accusato di aver somministrato il vaccino AstraZeneca nonostante una presunta controindicazione legata alle condizioni di salute della donna.

Di Mirko Aglianò

Cinzia Pennino aveva ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca il 12 marzo 2021, somministrata dal dottor Fazio presso un centro vaccinale. Diciassette giorni dopo, il 28 marzo, è deceduta a causa di una trombosi. L’insegnante si era recata una prima volta all’hub vaccinale, dove un altro medico aveva rifiutato di vaccinarla a causa della sua obesità, ritenendola un fattore di rischio secondo le direttive dell’Istituto Superiore di Sanità. Nonostante ciò, successivamente il vaccino le è stato somministrato dal dottor Fazio. La Procura sostiene che il medico abbia agito con negligenza, ignorando le indicazioni precauzionali e mettendo a rischio la vita della paziente. I familiari di Cinzia Pennino, rappresentati dall’avvocato Luigi Miceli, si sono costituiti parte civile nel processo.

Il prossimo 12 dicembre sarà il turno della difesa, rappresentata dall’avvocato Dario Gallo, di presentare le proprie argomentazioni davanti al Giudice per l’Udienza Preliminare, Andrea Innocenti, che dovrà poi decidere se rinviare a giudizio il dottor Fazio. La morte di Cinzia Pennino è avvenuta durante un periodo di grande tensione e incertezze legate alla campagna vaccinale contro il Covid-19, in particolare sull’uso del vaccino AstraZeneca. Il caso rappresenta uno dei momenti più delicati nel rapporto tra responsabilità medica, sicurezza sanitaria e gestione della pandemia.

La decisione del giudice, prevista nelle prossime settimane, potrebbe avere implicazioni significative sia sul piano giudiziario sia per il dibattito pubblico sulla gestione delle vaccinazioni e delle responsabilità mediche.